a meal of raw thoughts

21.2.05

Mi sa che riprendo a fumare... così respiro qualcosa di più sano dell'aria...

Ricevo ed inoltro un intervento del prof. Francesco Bertolini
(Università Bocconi), pubblicato sul Corriere della Sera - Cronaca di
Milano, di lunedì 21 febbraio 2005 alle pag. 45-47.

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Dalle multe i fondi per finanziare interventi antiveleni
La sensibilità ambientale di una città si vede anche dalla cura degli
alberi e dalle biciclette

I VELENI E LE ECOMULTE

di FRANCESCO BERTOLINI

L'imposta di scopo sembra essere l'ultimo ritrovato per combattere
l'inquinamento urbano. Imposta di scopo significa vincolare
determinate entrate fiscali per obiettivi specifici, nel caso in
questione per il rinnovo del parco veicolare pubblico e in seconda
battuta per incentivare la sostituzione dei veicoli privati più
inquinanti. Niente da obiettare, anche se non si capisce dove
finiscano tutti i milioni di euro che ogni anno il Comune raccoglie
dalle multe agli automobilisti. Tali risorse dovrebbero essere
utilizzate per interventi finalizzati al miglioramento della
mobilità; non è mio obiettivo giudicare questi interventi e i loro
costi, ma mio obiettivo è rilevare come tra questi interventi il
parametro inquinamento non sia mai stato preso in considerazione.

Un'assenza di sensibilità ambientale evidente in molti aspetti a prima
vista considerati secondari.
Prendiamo due esempi. Il verde pubblico è aumentato nel corso di
questi ultimi anni; ma aumentare la piantumazione non significa
aumentare automaticamente il verde pro-capite; sostituire un platano
o una quercia secolari con due tristi piantine dal futuro quanto mai
incerto sicuramente genera un saldo positivo per la contabilità
comunale, ma io che diffido sempre delle statistiche non posso non
rilevare come il saldo sia purtroppo invece negativo per l'ambiente,
per l'estetica e complessivamente per la vivibilità della città.
La giustificazione alla sostituzione sta spesso nelle malattie dei
vecchi alberi. Invece di sostituirli con eredi dall'aspettativa di
vita sicuramente inferiore sarebbe forse il caso di capire i motivi
delle malattie degli alberi; forse sarebbero altri indicatori
biologici sullo stato di salute della città.

Secondo esempio: le biciclette. Nelle giornate di blocco totale del
traffico i ciclisti vengono visti con favore, come bambini in festa ai
quali si lascia la città per divertirsi.
Ma nei giorni normali via, chi va su due ruote infastidisce. I
ciclisti creano problemi, sono fenomeni folcloristici; non fanno
parte delle strategie per la mobilità, quando invece la bicicletta
potrebbe essere un mezzo di spostamento ideale in una città piatta
come Milano, e con un clima molto più mite di Amsterdam, Stoccolma o
Copenaghen, dove piste ciclabili e parcheggi per biciclette sono
parte fondamentale del paesaggio urbano.
A Milano il ciclista è un eroe, che lotta quotidianamente per
sopravvivere tra traffico, strade dissestate, automobilisti nevrotici
e gas di scarico.
Anche in questo caso si presenta come grande risultato l'incremento
del numero di chilometri di piste ciclabili, quando ogni ciclista
milanese sa benissimo che, nella stragrande maggioranza dei casi,
tali percorsi sono frammentati, poco protetti e di conseguenza poco
utilizzati. Alberi e biciclette; la sensibilità ambientale di una
città si vede anche in questo.
 
Francesco Bertolini

Corriere della Sera - Cronaca di Milano

 
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